Agrigento non è solo la Valle dei Templi. Oltre ai maestosi templi dorici, esiste un patrimonio sommerso ci cui si parla ben poco, meta soltanto di pochi amanti del mistero e della speleologia urbana,. Ma cosa sono le cavità note come Ipogei di Agrigento?
Si tratta di strutture cunicolari scavate dall’uomo in periodi diversi nella stessa rocca con la quale sono stati edificati i monumenti storici della città e buona parte del suo centro storico. I cunicoli presentano solitamente una larghezza di circa 80cm mentre l’altezza varia da 80 cm a 2 mt.
Secondo fonti storiche il periodo di inizio degli scavi degli Ipogei risale al 480 a.C. ossia quando nell’antica Akragas giunsero dopo la battaglia di Himera un elevatissimo numero di schiavi cartaginesi, impiegati poi nei lavori più pesanti, quali appunto il taglio delle pietre e la costruzione dei condotti sotterranei.
Alcuni ipogei come quelli presenti nella zona del santuario rupestre di Demetra ed altri ancora presenti nel centro storico, si pensa siano stati costruiti in epoche addirittura precedenti. Ma a quale scopo vennero costruite queste cavità? La maggior parte di esse vennero scavate per assolvere l’atavico fabbisogno di acqua. Altre cavità caratterizzate dalla forma a cono rovesciato vennero sfruttate per immagazzinare derrate alimentari, mentre altre come vere cave sotterranee di calcarenite. A questa tipologia è assimilabile l’ipogeo più imponente del sottosuolo agrigentino: l’ipogeo del purgatorio o labirinto, così chiamato per la caratteristica distribuzione dei canali e delle camere nel sottosuolo.
Queste cavita vennero riscoperte e rivalutate durante il periodo bellico della prima e della seconda guerra mondiale, essendo sfruttate come rifugio durante le incursioni aeree.
Ad Agrigento si cominciò a parlare già negli anni 50 e 60 della fruizione turistica di questi siti e quell’interesse appena accennato durante il dopoguerra oggi comincia ad assumere una certa corposità ed un certo peso.
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